Prosegue la seconda stagione di Andor, con una nuova tranche di tre episodi pubblicata su Disney Plus in questa settimana appena trascorsa. Cosa ne pensa la redazione? Scopriamolo insieme!
Andor e l’eleganza del caos (narrativo) – Kiurlo Di Mare

Dopo l’ottimo avvio della seconda stagione, con i primi episodi che avevano ristabilito immediatamente il tono sofisticato e crudo di Andor, questa nuova porzione di racconto (siamo al 3 BBY) conferma da un lato la qualità eccelsa della serie, ma dall’altro mette in evidenza alcune scelte narrative che a mio parere iniziano davvero a farsi sentire.
Il mood continua a essere affascinante, la cura maniacale nei dettagli, nella fotografia e nella messa in scena è semplicemente fuori scala. Ma la narrazione mi sembra sempre più “sbilanciata”. Il time screen dedicato agli intrighi politici, ai sotterfugi e alle dinamiche di spionaggio interni alla Ribellione e all’Impero è tanto, troppo. Così tanto da fagocitare buona parte della tensione narrativa.
C’è ben poca azione in questo arco. E ce n’è ancora meno rispetto ai primi episodi.
Da un lato, apprezzo moltissimo il modo in cui viene ricostruita la vicenda dei “partigiani di Gorman”, con un taglio che richiama esplicitamente il cinema della Seconda Guerra Mondiale. L’ambientazione è credibile, realistica, con tutte le difficoltà e le ambiguità di chi cerca di ribellarsi a una macchina imperiale spietata. Si respira il senso di fallimento, di impotenza, di sacrificio inutile. Eppure, nonostante quasi tre ore di racconto, ci si ritrova a fine episodio senza una reale conclusione: il piano fallisce (?), ma non sappiamo esattamente cosa succede dopo. Ai ribelli di Gorman, a Gorman stessa, al piano dell’Impero di fomentare la rivolta solo per poterla poi soffocare e screditare.
Sul fronte Mon Mothma, il nulla cosmico. Tutto resta immobile. Lo stesso vale per Luthen e la sua assistente Kleya: a parte una scena ad alta tensione dedicata alla rimozione di una microspia, non c’è nessun vero sviluppo.

Andor e Bix, in “clausura” su Coruscant, dopo la missione di Andor su Gorman (rifiutata) compiono una vendetta personale nei confronti del dottor Gorst. Una scena potente, appagante, sicuramente giustificata, ma che arriva quasi dal nulla.
Saw Guerrera, come sempre magnetico nei suoi deliri rivoluzionari, resta purtroppo confinato in un ruolo affascinante ma poco chiaro. Non si capisce mai bene cosa stia facendo e, come spettatore, sei costretto a riempire da solo i buchi.
Ecco, forse è proprio questo il punto. Questa seconda stagione di Andor è, sotto ogni aspetto tecnico e registico, un piccolo capolavoro. Lo sguardo è adulto, maturo, impegnato. La qualità è indiscutibile. Ma dal punto di vista del racconto, qualcosa secondo me non sta funzionando a dovere.
Mi sento confuso. Da una parte non riesco a smettere di apprezzare quanto questa serie sia superiore a tutto ciò che Star Wars ha proposto finora sul piccolo schermo. Dall’altra, non capisco davvero se il problema sia che si stanno prendendo troppo tempo per raccontare certe cose, o troppo poco per farle esplodere davvero.
Aspetto i prossimi episodi con grande curiosità, ma anche con un po’ di quella sensazione strana e scomoda che si prova quando si ama qualcosa che, proprio perché la si ama, si vorrebbe veder splendere fino in fondo.
I personaggi sono il cuore pulsante di questo arco narrativo – Marco
Questo secondo blocco di episodi conferma quello che ormai è davanti agli occhi di tutti: Andor è un prodotto maturo, capace di addentrarsi in complesse dinamiche, politiche e personali, che ci accompagnano alla nascita della ribellione contro l’Impero Galattico.
Gli episodi 4, 5 e 6 rappresentano un punto cruciale nella narrazione, sono un ponte tra l’introduzione dei conflitti iniziali e l’intensificarsi delle ostilità in Star Wars. Questa sezione centrale della stagione approfondisce le relazioni tra i personaggi, espande le trame in corso e introduce nuove minacce, il tutto mantenendo un’attenzione meticolosa alla sceneggiatura e alla regia.

Sono proprio i personaggi a rappresentare il cuore pulsante di questo arco narrativo, vengono esplorati in profondità per raccontarci le loro ansie, le paure, i dilemmi che li attanagliano, le speranze, le ambizioni, i traumi e i tentativi di guarigione e redenzione.
Tutto questo lo vediamo nel rapporto tra Bix, profondamente segnata dalle torture subite, con la necessità di fare uso di farmaci per sostenere il peso dei suoi incubi e Cassian che cerca di supportarla, ma allo stesso tempo si trova schiacciato tra le pressioni di Luthen e la propria coscienza. Il loro modo di sfiorarsi le mani, dolce e delicato, contrasta con le loro azioni di rivalsa verso l’impero e in particolare verso il Dottor Gorst.
Tra Syril e Dedra assistiamo invece a un rapporto malato, dove il primo sente il bisogno di essere accettato e considerato dall’Impero e la seconda mette in pratica le sue doti di manipolatrice ambiziosa. Ma se in Syril qualcosa sembra cambiare quando viene in contatto con gli abitanti di Ghorman, Dedra dimostra di avere le idee chiare su chi vuole essere e cosa vuole ottenere. Insieme sono concentrati sul progetto di scatenare una rivolta sul pianeta con lo scopo di aumentarne il controllo, ma è evidente che non c’è equilibrio tra i due.
Infine abbiamo un’altra relazione che aggiunge profondità alla narrazione, quella tra Vel e Cinta, un amore difficile da concretizzare e una felicità che viene spezzata tragicamente dalla morte improvvisa di Cinta. Una morte causata dalle azioni maldestre di un gruppo di persone impreparate. Il dolore di Vel ci viene mostrato con la rabbia e la crudeltà con cui affronta chi ha causato la morte della compagna e dimostra quanto possa essere caotica e spietata la guerra.

Ma ci sono anche altri personaggi che spiccano e ci raccontano un pezzo della ribellione: da una parte Mon Mothma che cerca di usare la diplomazione per resistere al senato, dall’altra parte Luthen che è disposto a sacrificare Ghorman, perché una rivolta fallita può ispirare altri e infine Saw Gerrera, forse il più pazzo di tutti, ma di una pazzia necessaria allo scopo. Il suo rapporto con il Rhydonium rappresenta una metafora, un combustibile che può accendere la rivoluzione, ma può anche distruggerla.
Questi nuovi episodi offrono un’analisi profonda delle dinamiche interpersonali e degli eventi che plasmano la ribellione. Una ribellione frammentata, che viene raccontata come non era mai stato fatto prima in Star Wars. Attraverso personaggi complessi e una trama intricata, nonostante si noti a tratti una compressione della sceneggiatura, la narrazione riesce a essere sofisticata, matura e stimolante.
Scopri tutto il mondo di Empira
Se amate Star Wars potete venire a parlarne insieme a noi e tanti altri appassionati sul nostro gruppo Facebook! Inoltre vi ricordiamo che potete trovare Empira su Facebook, Instagram, Twitter, Twitch e YouTube. E per non perdervi una singola news iscrivetevi al canale Telegram! Se vi va, qui invece potete scoprire il Nomads Syndicate – Star Wars OC Costuming Group, un progetto nato da alcuni membri Empira e ora riconosciuto da Lucasfilm Ltd.