Nella seconda stagione della serie la produzione ha il difficile compito di mostrare il leggendario Yavin 4 durante le varie fasi di allestimento da parte dell’Alleanza Ribelle

Lo sviluppo di Yavin 4: le origini
La seconda stagione di Andor continua a sorprendere per la sua cura cinematografica e il ricco approfondimento dell’universo di Star Wars. Nella terza arc della stagione, diretta da Janus Metz e scritta da Dan Gilroy, lo spettatore viene trasportato in tre location iconiche e cariche di significato: Ghorman, Coruscant e per la prima volta in questo contesto narrativo Yavin 4, la leggendaria base dei ribelli.
Yavin 4, già familiare ai fan come sede della Ribellione in Star Wars: Una nuova speranza (1977) e poi ricostruita in Rogue One (2016), torna sullo schermo in una nuova veste: quella delle sue origini. Questa volta, non è un avamposto pienamente operativo, ma un sito in piena trasformazione, dove si assiste alla nascita concreta della ribellione organizzata.


Lo sforzo produttivo nella realizzazione del set di Yavin 4
A livello produttivo, la realizzazione delle scene ambientate a Yavin ha richiesto una logistica notevole. Con gli spazi di Pinewood Studios occupati dalle scenografie di Ghorman, la produzione ha scelto Longcross Studios nel Surrey per costruire il tempio e l’area circostante. Il production designer Luke Hull racconta: “La cosa bella è che avevamo spazio sufficiente per passare direttamente dalla pista di atterraggio al villaggio e poi nella giungla. Era tutto collegato per permettere riprese in-camera. Abbiamo anche costruito diversi set sparsi nella foresta e usato due palchi che venivano costantemente riadattati” (fonte starwars.com)
Gli effetti visivi per Yavin 4. Il coinvolgimento della ILM
Anche gli effetti visivi hanno avuto un ruolo cruciale nel raccontare questa fase iniziale della Ribellione. Come spiega Mohen Leo, supervisore VFX per ILM, “quando vediamo per la prima volta la base ribelle nell’episodio sette, è ancora in costruzione. Era fondamentale far capire subito che i ribelli si stanno ancora insediando”. Grazie alla collaborazione con lo studio Scanline, le riprese aeree mostrano un paesaggio in mutamento: deforestazione parziale, campi d’atterraggio incompleti, poche navi e un’attività ancora limitata. Tutto contribuisce a costruire un’atmosfera di tensione e speranza, dove si percepisce che qualcosa di grande sta per nascere.


La terza arc di Andor non solo arricchisce la narrazione, ma dimostra ancora una volta quanto Lucasfilm stia puntando su una produzione di alto livello per espandere l’universo narrativo di Star Wars in modo coerente, visivamente potente e profondamente umano.