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Andor non avrà una terza stagione: la parabola definitiva di Cassian secondo Tony Gilroy

Quando si parla di Andor, non si parla soltanto di una serie televisiva ambientata nell’universo di Star Wars. Si parla di un esperimento narrativo unico, capace di elevare il franchise oltre i suoi stessi confini. Ed è proprio per questo che la notizia è tanto amara quanto inevitabile: non ci sarà una terza stagione. Lo ha ribadito con fermezza Tony Gilroy, creatore e showrunner, in una recente intervista. La storia di Cassian Andor si chiuderà lì dove era stata pensata, ovvero con due stagioni e un film — Rogue One.

Gilroy, che ha speso dieci anni fra il lungometraggio del 2016 e la serie, non ha lasciato spazio a interpretazioni: «Non tornerò più. Non c’è alcuna possibilità di una terza stagione». Parole dure, quasi liberatorie, che confermano quanto l’autore abbia deciso di mettere un punto definitivo al suo viaggio nella galassia lontana lontana.


Da cinque stagioni a due: un cambio di rotta epico

Il progetto originario di Andor era molto più ambizioso: cinque stagioni, ognuna dedicata a un anno della vita di Cassian, fino ad arrivare agli eventi di Rogue One. Un piano narrativo che si è dovuto piegare alle difficoltà produttive e ai tempi interminabili delle riprese, aggravati dalla pandemia. Così, durante la lavorazione della prima stagione, Gilroy e Lucasfilm hanno deciso di comprimere il tutto in due sole stagioni, con la seconda strutturata in quattro blocchi narrativi da tre episodi ciascuno, ognuno ambientato a un anno di distanza dal precedente.

Il risultato? Una narrazione più densa, compatta e potente. Andor 2 è diventato un concentrato di tensione, intrighi politici e crescita personale, un mosaico perfetto che porta Cassian al punto di non ritorno: il suo sacrificio.


“Disperazione” e salvezza: il dietro le quinte

Gilroy lo ha detto chiaramente a SFX: a metà delle riprese della prima stagione, girata in piena emergenza Covid, la produzione si è resa conto che il piano iniziale era insostenibile. «Era una fatica monumentale, troppo grande perché io potessi reggerla, e anche il volto di Diego [Luna] non avrebbe resistito a un simile tour de force». La Disney, a quel punto, ha dato il via libera a una soluzione più pratica e incisiva.

Il salto temporale tra i vari blocchi narrativi è diventato un elemento distintivo, quasi sperimentale: ogni segmento della stagione riprende Cassian in momenti chiave della sua vita ribelle, mostrando la sua evoluzione in maniera netta, come pagine di un diario interrotto da salti temporali che lo rendono ancora più tragico e realistico.


Un addio perfetto… ma non per tutti

La seconda stagione di Andor non è soltanto la chiusura di un arco narrativo: è stata definita da molti — e a ragione — la miglior serie di Star Wars mai realizzata, nonché una delle migliori produzioni televisive di sempre. Un addio struggente, che accompagna lo spettatore fino all’alba di Rogue One, laddove il destino di Cassian è già scritto.

Non tutti, però, sono pronti ad accettare questa conclusione. Durante il Fan Expo Canada, Ewan McGregor ha confessato di essersi innamorato della serie solo di recente, dopo averla vista per la prima volta. Il suo entusiasmo lo aveva portato a immaginare una possibile apparizione di Obi-Wan Kenobi in una terza stagione, ambientata così vicino agli eventi di Una Nuova Speranza. «Ero super eccitato, poi ho capito: “Oh no… è finita”», ha detto l’attore, scherzando ma lasciando trasparire una punta di vera delusione.

Con la sua solita ironia, McGregor non ha escluso del tutto un futuro incrocio narrativo: «C’è sempre la possibilità che ci sia una storia parallela, un crossover. Dai, Disney, fatevi avanti…». Un appello che ha strappato sorrisi, ma che difficilmente cambierà le carte in tavola: la storia di Cassian Andor è chiusa, e proprio questa chiusura la rende perfetta.


Perché Andor deve restare così

È inevitabile che i fan sognino sempre di più. Star Wars è una saga che vive di espansioni, retcon e linee temporali alternative. Ma Andor ha qualcosa che altre produzioni spesso hanno smarrito: una coerenza ferrea, una scrittura cristallina e una conclusione che non lascia spazio a compromessi.

Aggiungere una terza stagione significherebbe rischiare di intaccare quella perfezione drammatica che lega la serie a Rogue One. Cassian Andor è un personaggio destinato a spegnersi nella lotta, e proprio per questo la sua storia vibra ancora più forte. Forse un giorno rivedremo Ewan McGregor nei panni di Obi-Wan in altri contesti, ma non sarà in Andor 3. Perché quella stagione non esisterà mai — e va bene così.

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