
La Galassia lontana lontana di Star Wars continua a espandersi, ma questa volta lo fa attraverso una lente completamente diversa: quella del Giappone. Dopo aver conquistato il pubblico con la serie animata Star Wars: Visions, antologia di cortometraggi che reinterpretano la galassia lontana lontana secondo l’estetica e la sensibilità degli studi d’animazione nipponici, arriva ora Star Wars: Visions – Tsukumo, un nuovo manga originale scritto da Eiichi Shimizu e illustrato da Tomohiro Shimoguchi, duo creativo già noto per opere come Ultraman e Linebarrels of Iron. Pubblicato da Viz Media, il manga sarà disponibile dal 14 luglio 2026 e si inserisce all’interno del filone “non canonico” di Visions: uno spazio di libertà narrativa in cui la Forza incontra la spiritualità e il simbolismo dell’arte giapponese.
Il Jedi errante e il Paradiso dei Droidi
La trama di Tsukumo (付喪, termine che richiama gli “tsukumogami”, spiriti giapponesi che abitano gli oggetti dopo cento anni) si concentra su un Jedi sopravvissuto all’Ordine 66, costretto a muoversi in un mondo in cui la speranza sembra essersi dissolta. Il guerriero viaggia insieme a una coppia di droidi, in cerca del leggendario “Paradiso dei Droidi”, un luogo mitico dove le macchine senzienti possono vivere libere, lontane dalle guerre e dai conflitti degli esseri umani. Una premessa affascinante, quasi poetica, che promette di intrecciare filosofia orientale, mitologia meccanica e la malinconia tipica delle storie post-Ordine 66.
Non è difficile immaginare un tono simile a quello dei racconti di samurai solitari, con atmosfere da chanbara e un’estetica che rimanda a Lone Wolf and Cub o a certi film di Kurosawa. Il Jedi, come un ronin della Forza, diventa simbolo di un equilibrio perduto, costretto a confrontarsi non solo con l’Impero, ma con il senso stesso della propria esistenza. I droidi, invece, non sono semplici comprimari: rappresentano la memoria e la coscienza del passato, in un viaggio che si prospetta più spirituale che bellico.
Un progetto nato nel silenzio
L’origine di Star Wars: Visions – Tsukumo è avvolta da un alone di mistero degno di un racconto Jedi. Il progetto era stato annunciato per la prima volta durante il New York Comic Con del 2022 con il titolo provvisorio Star Wars: Visions Original Manga, ma dopo quell’annuncio ufficiale era calato un lungo silenzio. Nessun aggiornamento, nessuna immagine, nessuna data. Solo nel giugno 2025 Shimizu e Shimoguchi hanno confermato, tramite i loro profili social, di aver completato le fasi preparatorie e lo storyboard del primo capitolo. Finalmente, al New York Comic Con 2025, il manga è tornato a mostrarsi, rivelando il titolo definitivo e una cover che ha immediatamente scatenato l’entusiasmo dei fan: un Jedi solitario in un paesaggio spazzato dal vento, circondato da frammenti di droidi e reliquie della vecchia Repubblica.
Il Giappone dentro la Forza
Con Tsukumo, il progetto Visions continua la sua missione: mostrare come la saga di Star Wars possa essere reinterpretata attraverso le culture del mondo. Nel caso del Giappone, si tratta quasi di un ritorno alle origini. George Lucas stesso ha più volte ammesso di essersi ispirato al cinema di Akira Kurosawa, in particolare a La fortezza nascosta, per la struttura narrativa del primo film del 1977. L’arrivo di un manga che fonde questi due universi non è quindi un semplice esperimento di stile, ma una sorta di chiusura del cerchio culturale: Star Wars che torna alla fonte delle sue ispirazioni.
Shimizu e Shimoguchi non sono estranei a queste contaminazioni: le loro opere si distinguono per un tratto dinamico, realistico e per un approccio quasi mecha al disegno dei droidi e delle armature. La loro sensibilità si sposa perfettamente con il tono di Visions, che da sempre privilegia l’estetica alla continuity, e la suggestione al dogma. Tsukumo promette quindi di essere più di una semplice avventura galattica: un racconto sul rapporto tra uomo e macchina, spirito e acciaio, memoria e oblio.
Una galassia di visioni
Negli ultimi anni, Star Wars: Visions si è affermato come uno dei progetti più coraggiosi e amati del franchise. Ogni episodio delle due stagioni animate ha rappresentato un universo a sé stante, libero di sperimentare linguaggi, generi e toni: dal noir di The Duel di Kamikaze Douga, fino al lirismo visivo di The Village Bride. Tsukumo prosegue questa eredità, ma lo fa sulla carta, trasformando la potenza del disegno sequenziale in un viaggio più introspettivo e meditativo.
Se la Forza è “un’energia che scorre in ogni cosa vivente”, allora il manga giapponese, con la sua capacità di fondere filosofia, emozione e ritmo visivo, è forse il mezzo ideale per raccontarla. La promessa è quella di un’opera che non solo parlerà ai fan di Star Wars, ma anche agli amanti del fumetto d’autore, capace di costruire ponti tra due mondi narrativi tanto distanti quanto in realtà affini.
Il ritorno della Forza… in stile manga
L’attesa per Star Wars: Visions – Tsukumo non è soltanto quella di un nuovo capitolo non canonico, ma di una dichiarazione d’amore verso la creatività stessa. In un’epoca in cui la galassia di Star Wars continua a espandersi tra film, serie, romanzi e giochi, la scelta di affidare una storia a due mangaka di talento rappresenta un segnale forte: il futuro della saga non passa solo per Hollywood, ma anche per le tavole di un fumetto giapponese.
Il 14 luglio 2026 segnerà quindi non solo una data d’uscita, ma un nuovo incontro fra culture, visioni e linguaggi. La Forza, ancora una volta, scorre potente – questa volta, tra le linee d’inchiostro e i silenzi sospesi delle pagine di un manga.
E voi, che ne pensate di questa nuova incursione manga nell’universo di Star Wars? Preferite la potenza visiva degli anime o la profondità del tratto su carta? La discussione è aperta nei commenti: la Forza ci unisce, anche qui su CorriereNerd.it.
L’articolo Star Wars: Visions – Tsukumo, il nuovo capitolo manga dell’universo alternativo di Star Wars proviene da CorriereNerd.it.