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Fantasy VS Fantascienza. Due sogni, una sola immaginazione

Il fantasy affonda le sue radici nelle tradizioni più antiche dell’umanità: il mito, il folklore e la fiaba. Qui, la magia non è un’anomalia da giustificare, ma la linfa vitale di un mondo altro, dove draghi che planano sui castelli e elfi che sussurrano antiche lingue sono parte del paesaggio naturale. Autori come Tolkien, Lewis o J.K. Rowling non hanno semplicemente scritto storie, ma hanno tessuto intere cosmogonie e genealogie, creando universi in cui il soprannaturale è una realtà inconfutabile. La fantascienza, invece, emerge nel Novecento come un’evoluzione del romanzo scientifico. Partita dalla letteratura, ha rapidamente conquistato altri media, come il cinema, i fumetti, i videogiochi e la televisione. È un genere che specula su ipotesi tecnico-scientifiche, esplorando le loro implicazioni sulla società e sull’individuo. Qui, i personaggi possono essere umani, alieni, robot o mutanti, e le storie, spesso ambientate nel futuro, usano la plausibilità scientifica come punto di partenza. Il termine stesso, “science fiction”, coniato da Hugo Gernsback nel 1926 e poi accorciato a “sci-fi”, ha trovato la sua traduzione italiana in “fantascienza” solo nel 1952, grazie a Giorgio Monicelli.


La guerra dei mondi digitali

Sul BookTok, la dicotomia tra i due generi ha scatenato una vera e propria “civil war” letteraria. Chi preferisce la fantascienza rivendica la sua superiorità intellettuale, sostenendo che il genere allena il pensiero critico e la logica, spingendo i lettori a riflettere su futuri possibili. I fan del fantasy, dal canto loro, difendono la mitopoiesi e il potere di un’immaginazione che plasma simboli collettivi e archetipi. Il risultato è spesso un dibattito acceso, dove l’appartenenza culturale sembra contare più dei libri stessi.

Eppure, entrambe le strade presentano le proprie insidie creative. La fantascienza rischia di cadere nel tranello della “tecnobolla”, trasformando un’idea brillante in una narrazione arida e priva di personaggi memorabili. Il fantasy, d’altra parte, può perdersi in un eccesso di “spiegoni”, mappe complesse e lingue inventate, dimenticando che al centro di ogni grande storia c’è sempre l’avventura umana. Il vero banco di prova, in entrambi i casi, rimane sempre lo stesso: la costruzione dei personaggi. Senza di loro, nessun mondo, che sia la Terra di Mezzo o una colonia marziana, può davvero prendere vita.


Esempi che hanno fatto la storia (e il futuro)

Il fantasy ci ha regalato epiche senza tempo, come Il Signore degli Anelli, Le Cronache di Narnia o Harry Potter, dove l’avventura è intrinsecamente legata a una lotta cosmica tra il bene e il male, e il soprannaturale è parte integrante della vita quotidiana. La fantascienza, invece, ha modellato i nostri immaginari futuri. Isaac Asimov con la sua Fondazione ci ha fatto riflettere sulla psicostoria e sulla matematica predittiva. Frank Herbert in Dune ha esplorato la politica interplanetaria. William Gibson con Neuromante ha anticipato la realtà digitale e l’essenza del cyberpunk, mentre il distopico 1984 di George Orwell rimane un monito politico di un’attualità inquietante.


Perché Star Wars è molto più di una semplice “space opera”

Questa dicotomia diventa ancora più affascinante quando si analizzano casi limite come Star Wars. A prima vista, sembrerebbe l’esempio perfetto di fantascienza: astronavi, droidi, imperi galattici. Ma George Lucas ha sempre descritto la sua creatura come una space opera fantasy. La Forza non è una teoria scientifica, ma un concetto mistico. I Jedi non sono astronauti, ma cavalieri magici in una versione high-tech. E l’Impero non è un sistema politico futuribile, ma un regno oscuro che sembra uscito da una fiaba gotica. Star Wars è, in realtà, un mito moderno travestito da fantascienza. Le sue strutture narrative si basano su archetipi universali: l’eroe riluttante, il mentore saggio, la principessa guerriera e il lato oscuro come incarnazione del male. La tecnologia, in questo contesto, è solo una scenografia sontuosa; il cuore pulsante della storia è puro fantasy. Non a caso, le sue atmosfere sono molto più vicine a quelle de Il Signore degli Anelli che a quelle di Star Trek.


Oltre la dicotomia, il trionfo della nerditudine

Forse la vera lezione da imparare è che fantasy e fantascienza non sono mondi opposti, ma due facce della stessa moneta nerd. Entrambi i generi ci spingono a guardare oltre i confini del reale, a esplorare l’impossibile e a riflettere su ciò che ci rende umani. Non importa se l’impresa è compiuta con un incantesimo o con un algoritmo: ciò che conta è l’invito a sognare e a immaginare mondi che, pur non esistendo, ci svelano qualcosa di profondo su noi stessi.

Quindi, da che parte stai tu? Sei un devoto della magia o un fanatico della scienza? O, come un vero Jedi, brandisci entrambe le forze con uguale maestria? La discussione è appena cominciata! 🚀

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